appunti

Il viaggio inizia con un racconto di qualche anno fa, che racchiudeva un’idea probabilmente abbastanza buona per diventare un buon thriller fantascientifico, una storia ricca di colpi scena, di personaggi strani, di un ritmo a tratti frenetico, di un finale del tutto imprevedibile. Di quelli, insomma, che il lettore divora

sabato 18 ottobre 2008

Autocritica
Il quinto capitolo dovrebbe entrare nel vivo della storia.
Dico dovrebbe perché temo si porti dietro un difettuccio di cui mi sono reso conto (e se un autore trova un difetto in ciò che scrive significa davvero che stiamo parlando di una cosa grossa come una casa).
E' la mancanza di azione, che in thriller ci dovrebbe stare in misura maggiore di quanto io ne stia inserendo. E' pur vero che il giallo classico (che considero il manuale delle buone investigazioni) è un po' l'antitesi dell'azione, dal momento che di solito inizia quando l'azione (l'omicidio) è già conclusa. Un thriller moderno, a differenza del giallo tradizionale, è un po' più movimentato perché inizia sì con un omicidio, che però è solo il primo di una lunga serie. Allora si scatena una corsa contro il tempo perché chi indaga non solo deve assicurare l'assassino alla giustizia, ma impedire che uccida ancora.
Detto questo, io sto scrivendo una storia che, se proprio vogliamo catalogarla, è molto più vicina a un thriller moderno che a un giallo classico. Quindi ci vuole azione, e io non ce ne sto mettendo. Il quinto capitolo descrive un uomo seduto per terra, nell'appartamento della vittima, che sta facendo la sua indagine mentale. E' così che me lo sono sempre immaginato, ed è così che mi piace. Però se qualcuno mi dicesse che non va affatto bene, non potrei prenderlo per matto. E se fosse lui a prendere per matto me, temo che non potrei difendermi più di tanto.
Dovrei fregarmene delle "regole", ammesso che ce ne siano? Facciamo un piccolo bagno di umiltà (cosa che gli esordienti raramente fanno): dire che non si ha intenzione di seguire i cliché, che le regole sono fatte per essere trasgredite, che ci vuole qualcosa di nuovo rispetto ai soliti romanzi ormai triti, sono scuse molto comode. Decenni di ottimi libri e ottimi autori di genere dovrebbero insegnare, indicare una via da seguire, soprattutto dissuadere da strade già tentate e di cui è già praticamente dimostrata l'inefficacia. Mettiamola in un altro modo: il giorno in cui saprò scrivere un ottimo thriller seguendo le regole, potrò dedicarmi alla sperimentazione. Ma mi sembra semplicemente da idioti dire che si perseguono altre strade sapendo dentro di sé che l'unica vera ragione è che non siamo capaci di fare altrimenti. Quindi proverò a movimentare un po' la storia, a costo di buttare via un po' del lavoro già fatto.

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