appunti

Il viaggio inizia con un racconto di qualche anno fa, che racchiudeva un’idea probabilmente abbastanza buona per diventare un buon thriller fantascientifico, una storia ricca di colpi scena, di personaggi strani, di un ritmo a tratti frenetico, di un finale del tutto imprevedibile. Di quelli, insomma, che il lettore divora

domenica 14 settembre 2008

La tecnica dell'uovo
Avete presente un uovo? C'è un tuorlo piccolo, al centro. E' la parte colorata, la più gustosa, quella che si lascia per ultima, dove si intinge il pane. Poi c'è l'albume, tutto intorno. Buono pure lui, per carità. Ma più che altro serve solo a isolare il tuorlo dal resto del piatto. E' un contorno che risalta, l"eyeliner" che serve per apprezzare di più l'occhio (di bue) che mette in evidenza.

Ecco, il quarto capitolo richiede la tecnica dell'uovo. Non la cercate nei manuali di scrittura perché me la sono appena inventata, ma penso renda bene l'idea. Ho bisogno di far parlare due personaggi. Tutto qua. I due si incontrano e si dicono una cosa fondamentale per la trama. Il tutto potrebbero farlo in una paginetta, due al massimo. Una telefonata, per esempio: botta e risposta in un dialogo secco. O potrebbero trovarsi in casa di uno dei due, o in un luogo aperto, magari sulle sponde di un lago del Maine dove le strolaghe fanno da sottofondo rimarcando ogni battuta (leggete "Mucchio d'ossa").

La tecnica dell'uovo prevede che si trovi l'albume migliore per far risaltare il tuorlo (ossia il dialogo). Alla fine viene fuori un capitolo di sei o sette pagine, al posto delle due scarse ipotizzabili all'inizio. Ma come si scrive questo contorno?
Per quanto mi riguarda è la parte più ostica della scrittura, quella dove tra l'altro si vede il talento degli scrittori veri. Ci sono autori capaci di parlare di niente per pagine e pagine, e di farlo in modo che il lettore se le goda in un modo incredibile. Qui non ci sono scalette che tengano, si deve improvvisare quasi tutto.

Ci provo, sperando di non fare una frittata, anche se alla fine è proprio questo che fanno quelli bravi: mischiano il tuorlo e l'albume talmente bene che sei costretto a farne un solo boccone.

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martedì 9 settembre 2008

Calcoli (al fegato)
Ho sciaguratamente fatto caso a un particolare: il primo post di questo blog è datato 4 febbraio. Ho scritto un prologo e tre capitoli in sette mesi. Il romanzo dovrebbe averne 40 di capitoli, più o meno. Se vado avanti con questo ritmo forsennato fra sei anni avrò completato la prima stesura. Speriamo non ci siano gli autovelox.

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