appunti

Il viaggio inizia con un racconto di qualche anno fa, che racchiudeva un’idea probabilmente abbastanza buona per diventare un buon thriller fantascientifico, una storia ricca di colpi scena, di personaggi strani, di un ritmo a tratti frenetico, di un finale del tutto imprevedibile. Di quelli, insomma, che il lettore divora

martedì 19 gennaio 2010

Tutto o niente
Ho definito la linea. Quello che succederà nel capitolo 15, quello che succederà nel 16, e così via, fino al 42. Sono mesi che il romanzo non va avanti, c'è stato bisogno di rileggere, di riprendere confidenza con la storia e i personaggi, di valutare il lavoro fatto e cercare di capire dove come e perché funziona. C'è qualcosa da buttare, molto da riscrivere, ma soprattutto c'è bisogno di andare avanti, la revisione verrà in un secondo momento.
Non ho fretta, nel modo più assoluto. Ogni parola sbagliata che esce dalla tastiera è tempo buttato via; ogni pensiero giusto che rimane in testa è un patrimonio da coccolarsi e partorire quando sarà il momento.
Ho in testa il finale, ho in testa il percorso per arrivarci, ho tutti gli elementi.
Quello che manca è la polpa.
Negli ultimi due mesi mi sono immerso in "The Dome", l'ultimo romanzone (oltre mille pagine) di Stephen King. Di polpa lì ce n'è in abbondanza e di qualità. Mi atterrisce la mia atrofica pagina bianca di OpenOffice e la lentezza e la fatica con cui tenta di riempirsi. Sono due pianeti diversi: se lui è uno scrittore, significa che non lo sono io. Mi sembra un concetto talmente banale che non merita nemmeno di rifletterci troppo su. Ma non demordo, nonostante la mia fermezza nel non voler scrivere roba scadente. Ci metterò un secolo, forse, ma sarà il lavoro di uno scrittore quello che alla fine qualche casa editrice pubblicherà.
O non sarà niente.

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