Quando si organizza una trama in cui sette o otto personaggi hanno un ruolo determinante, è opportuno non tralasciarli mai per troppo tempo. Le sottotrame devono correre in maniera magari autonoma (per poi congiungersi al momento opportuno) ma contemporaneamente, o la percezione del tempo e del ritmo del lettore sarà falsata.
C'è un grande capolavoro della letteratura fantastica che si fa beffe di questa regola, ed è il Signore degli Anelli. Suddiviso in 3 libri e 6 parti, nel libro centrale (Le due torri), c'è una metà che racconta della Compagnia e un'altra che racconta del viaggio solitario di Frodo e Sam. Il risultato è che di tutti i personaggi perdiamo traccia per circa 200 pagine. Ecco, nonostante gli indubbi meriti dell'opera in questione, questo è un difetto enorme.
Nel capitolo 17 ho ripreso le fila di una sottotrama che si era interrotta e che doveva ridestarsi subito. Da quello che succede in questo capitolo si diramerà un percorso preciso che porterà verso il finale. Praticamente siamo giunti in cima alla salita delle montagne russe: la navetta (la trama) si è caricata di energia potenziale (di elementi e di indizi) ed è pronta a sprigionare tutta la potenza verso il basso (il finale) viaggiando a grande velocità (ritmo) e compiendo vorticose oscillazioni (colpi di scena). Ora, sperare che le sensazioni provate dal lettore siano le stesse è eccessivo e fuori luogo, ma l'idea sarebbe che d'ora in poi ogni interruzione della lettura debba provocare un piccolo dolore e una gran voglia di riprendere il prima possibile dal punto in cui si è lasciato.
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